Ho paura.

Lo ammetto: ho una fottuta paura. Paura di perderti, anche se in realtà non ti ho mai avuto; paura di perdere questo legame, di spezzare questo invisibile filo, che assomiglia sempre più al filo di una ragnatela: così sottile ed effimero, eppure capace di intrappolare ed avvinghiare. Come un ragno cattura una farfalla, tu sei il mio carceriere e mi imprigioni; ed io, tua prigioniera, non voglio liberarmi: una sindrome di Stoccolma sempre più coinvolgente da cui non riesco ad affrancarmi. Mi soffochi, e sei la mia unica fonte di ossigeno. Quindi, ho paura. Ho paura di tornare alla mia esistenza prima di te, perché ormai non so essere, non so più cosa essere senza te. Ho paura di perdere quel fremito di tua presenza che mi è concessa, che nella mia mente ha i tuoi occhi e la tua voce. Non dormo, o cado all’improvviso in un sonno profondo senza sogni; non mangio ed ho la nausea, o mi cibo di tutto ciò che trovo per riempire questo voto nel cuore nel petto nel ventre in gola in testa.
Ho paura di capire che anche senza te riuscirei ad andare avanti..

La testa è così piena:
Non riesci più a pensare che anche senza te si possa ancora respirare!
Quello che hai appena fatto ti ha fatto stare meglio:
Ti uccide e poi non vuol morire,
Uccidi ma non vuoi morire!
Fra piccole iene, solo se conviene.
Fra piccole iene, solo se conviene.
La mia piccola iena solo se conviene…

@Afterhours