« Quando andavamo a mangiare fuori per celebrare il funerale laico del nostro amore. sei nei miei cuori dislocati altrove, dove costa di meno la manodopera. Le stelle comete come te giù per la gola, con i discorsi su Ferrara. abbiamo la stessa paura immotivata, la stessa agitazione e gli stessi padri che parlano con i cani. Abbiamo perso molti amici. E De André come farà a dire a sua madre che ha paura. smettere di fare canzoni. Avrei voluto essere un taxista per farmi chiedere da te di portarti per favore a Roma. che siamo da soli sui palchi, sotto le luci, sciolti in sudori, imbranati e illusi. ci svestiamo delle lenti a contatto. Ci guardiamo un quarto di film. e tutto per allontanarsi il più possibile da casa. C. e i cruciverba coi sentimenti e nella solitudine generale ma non condivisa nell’antartide generazionale. mi fa abbastanza male. ma non è niente di che. niente di che. »