Come avevo già annunciato nel post precedente, i Federali hanno chiuso due dei siti più clickati al giorno: Megaupload e Megavideo, veri e propri giganti dello sharing, arrestando inoltre il fondatore Kim Schmitz ed altri tre gestori con l’accusa di pirateria informatica. Insieme ad essi è stato chiuso anche il “cugino minore”, Megaporn, appartenente sempre alla stessa compagnia.
Ma il movimento Anonymous non ci sta, come fa sapere in un comunicato, e sono già partite le prime ritorsioni: facendo un rapido giro su twitter, ho letto che hanno buttato giù i siti del Dipartimento della Giustizia statunitense (che al momento sta tornando raggiungibile, seppur con una scarsa velocità di caricamento), della Universal Music, major tra le probabili promotrici dell’azione di governo, della RIAA (Recording Industry Association of America) e dell’MPAA (Motion Picture Association of America).
La lista dei siti colpiti, resosi colpevoli – a detta del movimento hacktivist – di un’azione di censura in combutta con sembra destinata ad allungarsi di ora in ora.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
"Mi piace""Mi piace"