Nirvana.

Era ormai un anno che Lisa se n’era andata e io navigavo di nuovo in un mare scuro. Altre volte ne ero uscito, ma questa volta non avevo più stelle nell’anima. Non so se vi è mai capitato: ti svegli al mattino e il tuo solo desiderio è quello di sprofondare di nuovo nel buio, meglio senza sogni. Comunque non ricominciare a vivere. Non so dove siete in questo momento, ma provate a pensarci: il vostro sangue è diventato denso come catrame, i pensieri giacciono al suolo, come uccelli morti, il respiro è sospeso. La Okosama Star poteva andare affanculo. Inutile negarlo: mi ero perso. Adesso sto scivolando. I dati di caricamento del programma scorrono rapidi, al limite del mio campo visivo. Io resto qui, seduto in questa stanza d’albergo e aspetto. Il virus indiano non è ancora stato inserito, ed anche se tutto questo può uccidermi sono tranquillo; del resto siamo ancora sulla pista, non abbiamo ancora iniziato a volare.


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