Dell’esame di maturità.

«Oh, che palle co’ sti esami di maturità.. Sempre i soliti servizi ogni anno.»

«Vabbè dai, non ti ricordi quanto eri agitata tu prima dell’esame?»

Ho fatto l’esame di maturità quattro anni fa. E non me ne fregava nulla.

Arrivavo all’esame finale dopo due anni da cancellare, in cui avevo perso molte cose, ergo i voti erano il mio ultimo problema. Tant’è che senza studiare me l’ero cavata egregiamente senza alcun debito e senza studiare ero arrivata anche al giorno della prova orale. Con la mia solita fortuna, ero la terza del primo giorno.. Esattamente dopo due dei 100 e lode che sono usciti dalla mia classe.. Uno dei quali non proprio meritatissimo, ecco.

Arrivavo all’esame con un percorso tematico raccattato all’ultimo, senza curarmene particolarmente, addirittura avevo stampato il prospetto la sera prima della prova orale (con somma giuoia di mia madre, diciamolo). Partendo da qualche settimana prima, io non volevo neanche presentarmi all’esame. Non me ne fregava assolutamente nulla..

Fortuna che, mentre ero persa in mezzo a quelle rovine della mia vita che cercavo di ritirar su, un amico mi convinse ad andare. Ok, mi ha costretto sotto minaccia. Ok, non sarebbe stato soltanto un amico per me, ma ho reso bene l’idea. XD

Già, le rovine della mia vita: non trovo altro modo di definire ciò che ero diventata alla fine del liceo.. No, non vuole diventare un post di autocommiserazione, quella la facevo già all’epoca; è più per togliermi qualche – fastidioso – sassolino dalla scarpa. Qualcuno, da quando mi conosce, mi ripete che sono troppo disillusa e ho troppa poca fiducia nel genere umano, per avere ventitre una ventina d’anni. Ecco, questo mio atteggiamento deriva proprio da là, ma andiamo con ordine.

Il mio quarto anno di liceo fu terribile. Un mio amico s’era suicidato, avevo casini in famiglia e volevo suicidarmi. In più ero ingrassata: dalla taglia 38 ero passata alla taglia 42. Magari per voi non sarà grave, ma io ero sempre stata abituata ad essere la più magra e il non esserlo più fu un duro colpo… Questioni di vanità femminile, che sommate a tutto il resto (di cui qui non parlerò) misero a dura prova il mio equilibrio mentale. Inevitabilmente, iniziai ad avere dei disturbi (e non solo di comportamento..), cosa che mi portò, con un inevitabile effetto domino, a sentirmi sempre più sbagliata. Un paio delle mie amiche se ne accorsero ed iniziarono a preoccuparsi per me, contrariamente ad altre che, se anche si accorsero di qualcosa, pensarono bene di fregarsene. A me entrambe le cose infastidivano: se da un lato volevo liberarmi di un peso troppo grande da portare da sola, dall’altro il mio orgoglio mi imponeva di non farlo, pena l’essere debole.

Ed io ho sempre odiato essere debole, adesso come allora.

Dietro le insistenze della mia migliore amica, in un giorno all’inizio del quinto anno, in cui tutto m’asfissiava ed eravamo da sole, misi da parte l’orgoglio (e la paura di essere giudicata male per quanto stavo per dirle) e le parlai, accennandole a tre o quattro cose che mi premevano dentro. La sua reazione fu del tutto inaspettata.

Certo, non pensavo che le cose sarebbero rimaste come prima: era inevitabile che il nostro rapporto sarebbe cambiato.. Però non credevo così tanto: lei iniziò ad evitarmi o a guardarmi come un’appestata ed io mi rifugiai, nuovamente, in me stessa. Non so precisamente come sia andata, ma anche le altre del mio gruppo iniziarono ad allontanarmi ed io mi feci prendere dalla rabbia, più verso me stessa che verso gli altri.

Sono ostinata e testarda, lo so. Ma forse avevo ragione ad agire così.

Mi dici che si trova sempre una soluzione,
Che basta reinventarsi, inseguire un’illusione.
In fondo vi capisco, Testa, hai un animo gentile,
Ma io questa illusione, io non la riesco a sentire.


4 risposte a "Dell’esame di maturità."

  1. Leggo con molto interesse il tuo post. L’impulso sarebbe minimizzarlo ma invece mi sento coinvolto perchè vedo mia figlia che attraversa gli stessi anni. Purtroppo se non lo viviamo ancora attraverso un figlio siamo portati a minimizzare quello che accade in quella età e che ci formerà per tutta la vita. Mi fa piacere sapere che hai usato la tua ostinazione in maniera costruttiva e positiva.

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  2. invece io ci sono stata appresso tantissimo. ci tenevo a uscire con il voto più alto della classe per dimostrare che non avevo buttato via tutti quegli anni invano. invece non ce l’ho fatta, mi hanno fatta uscire con lo stesso voto di uno i cui genitori erano andati a lamentarsi perchè agli scritti aveva preso poco..puoi capire come ci sono rimasta, mettendo che il voto mi serviva anche a entrare in un istituto nel quale non sono entrata proprio per questo.
    ero bulimica da far schifo, come gli anni prima e gli anni dopo, e mi ero isolata rabbiosamente da tutti su influenza del mio ex.
    a parte che il mio blog riporta anche quel periodo..
    insomma, sono stati anni di merda un po’ per tutti.**

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