Esanime
giacque
sul fondo del barile coi polsi frastagliati e neri come il profondo su cui s’era affacciata, anima immonda che cedette alla tentazione.
Ostentò una sicurezza non sua, bellezza che le servì da scorciatoia in un mondo che nell’ostentazione riconobbe la propria unica filosofia.
Ma quanto spesso chi ricorse a scorciatoie di tal fatta finì col perdersi, perdere se stesso in uno di quei vicoli bui che ebbe attraversato per giungere alla propria destinazione finale?
L’odio e l’invidia la scavarono tracciandole solchi dolorosi sotto la pelle, che nello sguardo febbricitante trovarono l’unica loro possibilità di sfogo.
Ora che l’insana follia ha abbandonato quegli occhi ormai spenti, ora che le sue stanche membra hanno finalmente occasione per riposare, cosa resta degli affanni passati?
Solo un guscio vuoto, immobile
giace
Esanime.