Failure.

Fallimento è la cosa che mi dico più spesso.
Fallisco in qualsiasi tentativo che intraprendo.
Mi arrendo completamente.
Provo trovo nuove scuse e giustifico il mio fallimento dando la colpa agli altri.
È solo mia mia mia soltanto.
Quest’estate agli inizi e già finita e io non ho voglia di tentare più.
Sono stanca di me stessa e sono stanca di illudermi di poter cambiare senza provarci davvero.
Tento e fallisco.
Mi racconto stronzate sempre nuove e mi sento meglio nascondendo a me stessa la consapevolezza di essere solo un gigantesco fallimento.
Non so più dove sono e a che punto sono. Ho venticinque anni, il tempo mi scorre in es ora bi le addosso, allungo la mano illudendomi di volerlo fermare ma in realtà sono io io io io soltanto che non riesco.
Ci sono miei pezzi ovunque ed io non so come volerli raccogliere. Non tento e fallisco.
Tento e fallisco.
Sono il criceto su una ruota che gira e gira e gira e fallisco anche in questo.
Sono stata trovata fallace e mancante
Da me stessa, dagli altri… Non ha più importanza. Non ne ha mai avuta.
Non ho mai voluto che ne avesse, per potermi crogiolare nel mio dolore immaginario di vittima e carnefice di me stessa consapevole dei miei limiti e creandomene dei nuovi sempre nuovi sempre più restrittivi in modo da girare e girare e girare in tondo.
Raccontandomi che non sarà così sempre, che prima o poi cambierà, che la mia volontà smetterà di essere così infedele e imperfetta quando invece continuo imperterrita nel mio conscio progetto di autodistruzione e annientamento controllato.


4 risposte a "Failure."

  1. Ho provato la fatica del fallimento sulla mia pelle (forse la sto ancora provando, ma ormai per abitudine non fa tanto male e provo a non darle troppa importanza). Ho progettato (in)consciamente l’autodistruzione e l’annientamento controllato (io definivo tale progetto come auto-boicottaggio). Sono ancora qui e sto raccogliendo i pezzi. Quindi posso dire che almeno per un millesimo, ma anche per un centesimo posso capirti. Se hai bisogno di parlare e ti serve un incoraggiamento da una sconosciuta, eccomi qui! 🙂

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  2. Qualche giorno fa su Twitter ho letto questa citazione di Polibio: “Non esistono testimoni tanto terribili, nè accusatori tanto implacabili quanto la coscienza che abita nell’animo di ciascuno”.
    Magari abbiamo qualcosa di “tarato male” perchè anche la mia coscienza non si tira indietro quando si tratta di accusare (e far del male a) me stessa. Secondo me chiediamo troppo a noi stesse: non si può essere perfette in tutti gli ambiti che vogliamo e dobbiamo ricordarci che a volte sono proprio inconciliabili certi aspetti.
    Non sto diventando New Age o una fricchettona ma ogni tanto mi invade il terrore che con il tempo io stia perdendo la mia “vecchia me” quasi come se gli anni mi rendessero sempre più omologata e magari le ciocche rosse -che se non sbaglio avevo già all’ultimo tè/caffè- sono un sintomo.
    Il fatto è che tutto sarebbe più facile se “avessimo un pensiero superficiale che rende la pelle splendida”…
    Un abbraccio e al prossimo incontro reale o virtuale che sia 🙂

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