Tu sei Dio.
Passi migliaia di anni, milioni nella noia più assoluta. Ad un certo punto l’idea geniale: creare una nuova creatura. A tua immagine e somiglianza, per giunta.
Due occhi, due orecchie, un naso, una bocca. Due braccia, due gambe, due mani, due piedi. Un cuore, un fegato, uno stomaco, due polmoni, due reni… Ma il vero capolavoro è il cervello. Miliardi di piccole cellule funzionanti, perfettamente connesse tra loro; un apparato in grado di imparare e analizzare qualsiasi cosa, attraverso i suoi cinque sensi, attraverso la memoria, attraverso il ragionamento. Una creatura in grado di evolversi autonomamente, di imparare dai suoi errori e da quelli dei suoi simili, di imitare altre tue creazioni, di adoperare la natura a suo vantaggio.
Certo, ogni tanto qualche cellula si inceppa – ma… ehi! il fatto che sia a tua immagine e somiglianza non significa che sia anche perfetto. E poi gli umani potranno sopperire alle mancanze del loro corpo con la scienza, con la medicina, con tutto ciò che l’intelligenza porta con sé.
Sei più che soddisfatto della riuscita del tuo progetto decidi di dargli un’opportunità e dai loro il libero arbitrio. In sostanza, rimani a guardare.
Quasi subito, una delle tue creature ne uccide un’altra, dicendo che glielo hai detto tu. Aggrotti la fronte perplesso, ma pensi che le rotelle che fanno andare avanti il suo cervello debbano essersi inceppate.
Poi l’episodio accade ancora, e ancora, ed ancora. E tutti utilizzano la stessa scusa: tu l’hai detto.
Nella tua infinita saggezza – ed anche un po’ di sana rottura di palle – decidi di mostrarti al più meritevole e fornisci alle tue creature delle linee guida. Non uccidere è una delle principali, e credi con questo di essere abbastanza chiaro.
..E invece no, anzi. Le cose peggiorano in fretta, e quelli che torturano e uccidono in tuo nome si moltiplicano.
Deus nobiscum.
Gott mit uns.
Съ нами богъ.
Dio è con noi.
Deo vindice.
Allahu Akbar.
For God and My Country.
Si moltiplicano anche le vittime, però. Dieci, cento, mille, milioni.
Vittime che sono anch’esse tue creature e a cui, imbarazzato, non riesci a dare una spiegazione del perché tanta sofferenza, del perché lasci che tutto questo accada.
Sono creature giovani, pensi. Hanno ancora millenni di storia e civiltà davanti a sé per migliorarsi e maturare. Ma la tua convinzione inizia a scricchiolare.
Dio, dopo le ultime migliaia di anni, non pensi che con il libero arbitrio tu abbia un po’ esagerato?
Se un giorno vi ritroverete davanti al Dio nel nome di cui dite di uccidere, spero per voi che abbiate una motivazione migliore del tu l’hai detto, perché non sono del tutto certa che qualcuno vi abbia chiesto di distruggere qualcosa per cui ha lavorato tanto.
Incantevole analisi di ciò che fu, di ciò che è, e di ciò che, non spero, sarà.
In un tempo lontano, mi auguro, quel meccanismo inceppato nei cervelli di quelle persone che si giustificano con quelle frasi piene di egoismo e ottusità, stupidità manovrata da menti insensate, venga riparato, riportato a un’umanità che dovrebbe appartenere noi tutti in quanto esseri umani, in quanto esseri viventi e dotati, si crede, di cervello e ragione e in teoria di empatia, nella sua accezione reale.
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