«Gli inglesi, gente che andava nuda a caccia di marmotte quando noi già s’accoltellava un Giulio Cesare.»
Guzzanti, “Fascisti su Marte”
Gli inglesi, l’abbiamo capito, sono un popolo strano. Hanno un modo di reagire alle avversità tutto loro, un aplomb proverbiale e una capacità di incasinarsi la vita che ci fa capire che poteva andarci peggio (Brexit, anyone?).
Però, insomma. A tutto c’è un limite. Ieri sera Boris Johnson e la sua pettinatura imbarazzante ha detto che “molte famiglie perderanno i loro cari prematuramente”, che già non è una frase che in genere si pronuncia a cuor leggero. In tutto ciò, però, le contromisure si limitano all’invettiva a consigliare di usare acqua e sapone e lavarsi le mani. Ah sì, se state male per favore state a casa e autoisolatevi.
Questo atteggiamento mi ha fatto sinceramente raggelare. “Siamo consapevoli che molte persone moriranno, ma vabbè”. In Inghilterra, almeno per i prossimi giorni, si continuerà a vivere come al solito. Poi ho avuto modo di guardare l’intervista a Sir Patrick Vallance, uno dei consiglieri del governo Johnson per quanto riguarda questo ambito, che prevede che si svilupperà l’immunità di gregge una volta che il 60% della popolazione sarà stato contagiato.
Mecojoni, verrebbe da dire.
Facciamo qualche rapido calcolo in base ai dati che sappiamo. Il Regno Unito conta circa 64 milioni di abitanti, ma facciamo 60 milioni perché non ci tengo a vedere la mia laurea prendere fuoco (c’è un motivo se ho ripetuto Analisi Matematica 5 volte prima di passarla). Teniamoci sul 50% della popolazione contagiata, per facilità di calcolo: 30 milioni di abitanti. Dei contagiati, circa il 10% ha bisogno di essere ricoverato in terapia intensiva.
Il 10% di 30 milioni è 3 milioni. Il Sistema Sanitario del Regno Unito (NHS) ha a disposizione bene o male lo stesso numero di posti in terapia intensiva che abbiamo noi, ed ovviamente non tutti sono già liberi e pronti all’uso (la gente ha incidenti tutti i giorni, o infarti, o ictus, e via dicendo): nel Regno Unito si hanno 2.1 posti letto in ICU per 1000 abitanti, in Italia 2.6. La situazione non sembra rosea già di partenza, figurarsi se si ha bisogno di 3 milioni di posti letto.
E poi ci sono i morti. La mortalità si è attestata intorno al 3% (in Italia è più alta, perché la nostra popolazione ha un’età media piuttosto alta rispetto al resto del mondo, se non erro siamo secondi solo al Giappone). Se contiamo, in maniera del tutto ottimistica e per facilitare i calcoli, una mortalità dell’1%, abbiamo 30000 morti. Che è un numero assolutamente sottostimato e non tiene conto del collasso del sistema sanitario, dell’ammalarsi di medici, infermieri e assistenti che lavorano in prima linea, etc.
In pratica, Boris Johnson e il suo governo hanno messo su una bilancia la loro economia (già traballante) e la vita di 30mila persone, e hanno deciso che la prima ha più valore. E lo hanno annunciato in televisione come se nulla fosse. E gli inglesi lo hanno accettato senza battere ciglio.
Roba che se fosse successo in Italia, minimo minimo avremmo rincorso Conte coi forconi (e anche a ragione).
Oltre al fatto che puntano all’”immunità di gregge” di un virus nuovo, che muta costantemente e di cui ad oggi non siamo neanche sicuri esista, senza vaccino (post di Burioni in merito).
Che popolo strano, gli inglesi.