A Journey to Thesis: piccole vittorie.

La passione si nutre di piccole cose, quisquilie minuscole.
Come riuscire a risolvere un problema senza dover chiedere a nessuno, ma semplicemente utilizzando informazioni trovate online: in fondo è quello che ci si aspetterebbe da un (futuro) ingegnere informatico.
In realtà non è la prima volta che mi trovo ad affrontare il problema in questione: si tratta del simpatico messaggio del prompt dei comandi «javac non è riconosciuto come comando interno o esterno».
Per farla breve e non entrare troppo nei dettagli, il sistema operativo non riesce a riconoscere il comando per una semplice questione di path non dichiarati: è più difficile a dirsi che a farsi, basta modificare una variabile d’ambiente aggiungendo il percorso della directory in cui sono stati salvati i dati necessari.

Questo però rappresenta una botta d’autostima, seppur nell’esiguità del gesto.
Mi sono resa conto da qualche tempo che non sono più in grado di osare – almeno non in ambito informatico – per paura delle possibili conseguenze: una volta sarei stata in grado di affrontare molto più di petto determinate situazioni presentatisi, mentre ora mi freno sempre nel terrore che possa combinare qualcosa di irreparabile.

E quest’atteggiamento è molto, molto dannoso, perché per prediligere la sicurezza ho messo da parte le mie ambizioni.


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