Il paese che sembra una scarpa.

Come fosse facile spiegarlo in quattro accordi,
In questa forma imposta dal mercato dei ricordi.
E, testa, mi capisci ma tu stringi troppo forte
Che non riesco a respirare e non posso vedere oltre..
E non lo impari certo all’università
O dentro il tuo appartamento in qualsiasi città.
In fondo siamo uguali, testa, ma tu puzzi di buono,
Io non so la differenza fra la croce ed il perdono.
Così i giornali scrivono tutti la stessa cosa,
Il caffè non sa di niente e poi ti comprerò una rosa
Dal pakistano stanco che disturba questa cena
Che ci chiediamo ancora se ne valeva la pena
Di affidare l’anima ad un castello di carta
Da soli nel paese che sembra una scarpa…
Come dirlo poi a chi mi ha voluto un po’ di bene
Che è troppa libertà che mi ha ridotto alle catene?
E testa tu sei il numero sul quale ho puntato
E questo fa di te il mio nemico più spietato.
Mi dici che si trova sempre una soluzione,
Che basta re-inventarsi, inseguire un’illusione.
In fondo ti capisco, testa, hai un animo gentile,
Ma io questa illusione, io non la riesco a sentire
Così le banche prestano dei nomi a tutti quanti,
Tua nonna come sempre ti regalerà dei guanti.
Il lavoro è disprezzare gli altri per ventiquattro ore
E ci spezziamo ancora le ossa per amore,
Un amore disperato per tutta questa farsa,
Insieme nel paese che sembra una scarpa..

The Zen Circus


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